Una sinossi del atto primo e alcune riflessioni

Una sinossi del atto primo del dramma da Dario Fo

Atto primo, Chi ruba un piede è fortunato in amore
(I, i, 185-191)
Ci sono due uomini nel buio, visibili tra le statue e le colonne di un museo. A causa della mancanza di luce, i segreti movimenti dei uomini, e i loro abiti, sappiamo alcune cose. Sappiamo che il museo che esplorano è chiuso al pubblico a quest’ora e anche che i uomini non dovrebbero essere lì. Anche, i due uomini sono vestiti nelle palandrane con i cappucci. Questi costumi non sono moderni, ma classiche. In questo modo, non sembrano come ladri ma uomini che rappresentano lo stereotipo dei ladri. Questa meta-performance è una caratteristica della commedia dell’arte.
Con il loro dialogo, impariamo che loro sono ladri che intendono segare il piede della statua di Mercurio—un dio romano. Anche, scopriamo specifiche informazioni sui personaggi. Il secondo domino sembra un po’ educato. È ferrato nella storia di Dafne mentre il primo domino non è mai stato nel museo. Infatti, possiamo capire più della dinamica del potere nella descrizione dell’azione. Il primo domino deve segare la statua mentre il secondo domina è al tempo libero dal lavoro manuale. Quando il secondo domino prova a segare la statua, produce uno stridio acuto. Loro devono aspettare il tram due volte perché, quando passare, lo stridio è sommerso dal fracasso del tram.

(I, ii, 191-209)
Ancora una volta, la scena comincia nel buio. Ci sono tre personaggi nella prima parte della scena—una signorina, un imprenditore, e un ingegnere. L’azione della scena avviene in un ufficio. L’ingegnere ha qualcosa da dire all’imprenditore. Comunque, a causa della personalità dell’imprenditore, c’è un differimento della verità—lo scoperto di un piede nel loro terreno. Questo differimento provoca una tensione umoristica. Finalmente, quando l’ingegnere dice all’imprenditore del piede, sono d’accordo che non devono menzionare mai il piede di nuovo.
Comunque due personaggi appaiono all’ufficio subito dopo si mettono d’accordo. Anche se l’ingegnere e l’imprenditore non conoscevano la vera identità degli uomini, sappiamo che ci’sono i uomini della prima scena—i ladri. In questa scena, rappresentano due professori dell’Istituto archeologico provinciale. Convincono l’ingegnere e l’imprenditore, dopo una scena divertente, che tutte le due devono denaro per uno scavo. L’ingegnere e l’imprenditore, tranquillizzati con la conoscenza che i professori non sono consapevoli dello scoperto di un piede, loro danno il denaro. Dopo i ladri lasciano, l’ingegnere vede il giornale e legge l’articolo sul piede. Il piede casca sul piede d’entrambi. Insieme, urlano.

(I, iii, 209-244)
La scena terza comincia, come la prima scena, nel salone con gli elementi classici. Fo descrive un sistema semplice dell’architettura, trabeazione, che è usato per sostenere il peso. Questo sistema impiega le colonne. Anche, ci sono le cose moderne nel appartamento arredato con uno sfarzo eccessivo. Gli elementi classici, superficialmente, sembrano entrambi pulito e necessario mentre gli elementi moderni sembrano eccesivo—come una parte di uno spettacolo che è la vita.
Il primo dialogo che avviene è fra il tassista—uno degli uomini iniziali—e Dafne, la moglie dell’imprenditore. La moglie chiede il tassista per aiuto perché, mentre il tempo quando lei va a trovare all’uomo che lei ama, fa male il naso. Suo marito sa che lei è innamorata del’ingegnere, Aldo, ma non vuole parlare della situazione perché, come imprendiamo dopo, Dafne ha molti amanti. Quindi, lei inventa una storia in cui il tassista ha una parte. Il tassista è d’accordo con il piano fino alla realizzazione che il marito di Dafne è lo stesso imprenditore dal quale lui ha rubato tre milioni dollari. Lui l’ha detto un po’ della storia. Chiede per il piede di Mercurio.
Poi, Aldo, l’ingegnere, la chiama e il tassista risponde al telefono. Inventa una storia impossibile sulla situazione con un cane e una porta. Questa scena è molto umoristica. Dopo la comunicazione telefonica, arriva il marito di Dafne. Il marito non l’ha riconosciuto il tassista. Mentre il dialogo, il tassista racconta una storia con un cane zoppo e un uomo cieco in bicicletta. C’è un sacco di dramma e loro parlano dei amanti di Dafne. Il marito è un po’ geloso e molto triste nel modo della commedia dell’arte (drammaticamente). Lei sviene di nuovo e il medico arriva nella scena.
Il medico è il secondo domino dalla prima scena e il primo professore dalla seconda scena. Lui raccomanda che lei, Dafne, viene alla clinica.

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